Se fossimo dei lama, forse accoglieremmo con più simpatia quello che è considerato dalla società un gesto tanto ignobile: lo sputo. Nel campo di calcio invece, lo sputo è piuttosto normale. Un modo per liberarsi della salivazione in eccesso durante lo sforzo fisico e, in taluni casi, un pessimo modo di esternare i propri sentimenti. Gesto tanto appannaggio di grandi campioni, quanto di squallidi provocatori. Lontani i bei tempi in cui non c'erano mille telecamere a bordo campo e l'arbitro era uno. Quando non c'erano giudici di porta, quarto uomo e quando il guardalinee faceva solo due cose: segnalare i fuori e i fuorigioco. Ora invece, quando il proiettile di saliva carico di odio si stacca dalle labbra, indirizzato al malcapitato avversario (reo di qualcosa, probabilmente), ad osservare la scena ci sono fin troppi occhi indiscreti. E farla liscia è quasi impossibile, se non ci pensa l'arbitro, ci pensa la prova tv.
Il primo e più eclatante caso di sputo a favor di telecamera è senza dubbio l'amorevole trattamento riservato da Rijkaard a Völler nei mondiali del '90. A gioco fermo l'olandese aveva provveduto ad inzaccherare il rivale teutonico. Il gesto fu poi ripetuto con notevole successo dopo l'espulsione di entrambi, lungo la strada per lo spogliatoio. Ma allora non c'era la prova tv, e la faccenda finì lì.
Poi è arrivata la prova tv, e la festa per i "lama" è finita. Tra i primi a farne le spese fu uno spigolosissimo Antonio Carlos Zago, difensore carioca della Roma scudettata. Nel 1999, si gioca un accesissimo derby, che vede la Roma surclassare i cugini laziali. Il risultato finale sarà 4-1, ma la partita consegna alla storia il plateale sputo di Zago a Simeone. Fu una delle primissime prove tv della storia del calcio, l'unico precedente in Italia era di appena due mesi prima: la squalifica di Ibrahim Ba per una testata a Macellari a palla lontana. Zago si prenderà 3 giornate di squalifica.
Da questa stagione in poi abbiamo assistito all'escalation del ricorso alle immagini filmate. Le più celebri riguardanti la divina arte dello sputo, sono probabilmente quelle degli Europei del 2004, quando Totti regalò un po' della sua classe al più che antipatico Poulsen. In diretta tv non lo vide nessuno, ma quei furboni danesi avevano messo una telecamera dedicata al capitano giallorosso, per riprendere tutti i momenti di quella che sarebbe stata la battaglia col mastino danese, giocatore non proprio correttissimo. La reazione alle provocazioni, infatti non tardò ad arrivare e fu prontamente immortalata da immagini, consegnate poi alla UEFA. Quattro turni a Totti ed Europeo finito.
Ma il record di squalifica se lo è aggiudicato un altro giocatore non proprio tranquillo: Sinisa Mihajolovic. La partita è Lazio-Chelesa, valida per il girone eliminatorio di Champions League. La squadra di casa sta perdendo e il nostro Sinisa non sta facendo una gran figura contro Mutu. Mettici in più che l'avversario ha carattere un po' fumantino, ed ecco tutti gli ingredienti per una reazione da lama. Le giornate di squalifica sono ben 8. La prima cosa che fa Mihajlovic il giorno dopo è scusarsi, con la società, con il pubblico, con i compagni, ma non con Mutu. Ma il destino ha riservato un lieto fine nella liaison Mutu-Mihajlovic, con il primo arruolato alla corte della Fiorentina guidata proprio dal tecnico serbo. E, per dirla con i versi di una canzone, "furono baci e furono sorrisi" (La canzone di Marinella, De André).
Comunque neanche oltremanica pare che disdegnino il gesto. Anno 2008. Nella partita più importante che una squadra europea possa affrontare, la finale di Champions League, il capitano dei Blues John Terry non riesce a contenersi. E, furioso per l'espulsione di Drogba a seguito di una rissa, regala un sputo "mimetico" ai danni dell'attaccante del Manchester United Tevez. Al di là della prova tv, ci ha pensato la sorte a sistemare le cose: i rigori tra Chelsea e United hanno consegnato la coppa ai Red Devils, proprio grazie all'ultimo fatale errore di Terry.
Ci sono poi dei casi in cui l'applicazione della prova tv ha suscitato notevoli dubbi. Il più clamoroso è quello di Samuel, che fu punito con tre turni di stop per un presunto sputo a Pavel Nedved. Presunto perché la saliva non colpì mai il giocatore ceco e, anche se lo sguardo del difensore argentino era rivolto verso l'avversario, la distanza tra i due poteva suggerire che si trattasse di un semplice sputo a terra. Ma per il giudice sportivo non fu così. Un analogo caso ha riguardato Couto e Bogdani, con il primo discolpato addirittura dal diretto interessato. Ma anche il quel caso il giudice non ne volle sapere niente.
E poi c'è Cristiano Ronaldo. Il suo celebre sputo non è ai danni di un avversario, ma di un cameraman. L'asso portoghese sta uscendo dal campo, dopo aver perso la semifinale dell'Europeo contro la Spagna. La telecamera lo segue lungo la passeggiata verso gli spogliatoi. Scuro in volto, arrabbiato e frustrato, Ronaldo volge lo sguardo in favore di inquadratura e riserva al cameraman il "trattamento Rijkaard". Gesto ingiustificabile, ma mettetevi nei suoi panni...
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