Il Panenka, altro che cucchiaio...

Cucchiaio, scavetto, scavino, ecc... Lo si può chiamare come si vuole, ma per gli amanti del calcio vero, quel modo particolare e mozzafiato di calciare i rigori è, e sarà per sempre, il Panenka.

Immaginate che sia il 1976. E che ad affrontarsi siano la migliore squadra europea, la Germania Ovest, e la migliore dell'Est Europa, la Cecoslovacchia. Immaginatevi che la posta in gioco sia alta, molto alta. Diciamo il Campionato Europeo. Immaginate, poi, la cultura calcistica dalla quale 11 di loro provengono, e l'ambiente dal quale provengono: rigido e severo, votato all'ordine e alla disciplina. Ora, in mezzo a quegli 11 uomini, provenienti dall'altra parte della cortina di ferro, immaginate vi sia un alieno. Ben mimetizzato badi bene. Fino a quel momento l'alieno ha copiato in tutto e per tutto i compagni. Tanto sudore, tanta grinta, tanta abnegazione. L'alieno ha sposato una filosofia di vita, che abbraccia anche il modo di intendere il calcio. L'alieno è un uomo "normale", per compagni e tifosi. Forte come un cervo, duro come la pietra. L'uomo del progresso. L'alieno ha un solo vezzo: un bel paio di baffi. In fin dei conti vanno di gran moda, non ci sarebbe niente di male. Certo però, che una bella faccia rasata e pulita... Ma tant'è, glielo si concede. L'alieno è stato buono e calmo, ha gioito e pianto, ma non ha mai rivelato la sua identità.
Ma c'è un momento nella vita di ogni uomo (e di ogni alieno), in cui la gravità della posta in gioco ti mette con le spalle al muro e ti costringe ad emergere per non annaspare. Un momento in cui l'anima di un uomo balena come fulmine e riluce di bagliore accecante. Un momento, che se non vien colto, andrà perso per sempre. Quel momento, per il nostro alieno, è stato a Belgrado, allo stadio della Stella Rossa. È stato nel giorno in cui si giocava i sacrifici di una vita. Il giorno in cui dava un nuovo significato alla propria scelta di vita. In cui 11 metri lo dividevano dalla gloria. All'ultimo rigore dell'ultima partita del campionato Europeo, Antonin Panenka emerse in tutta la sua luce accecante e regalò un momento sportivo indimenticabile.



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